“Qualche mese dopo l’uscita di “Paolo Saporiti” ho sentito impellente la necessità di parlare ancora e di descrivere e dare voce a tutto quello che sentivo di non aver detto e che non avevo ancora avuto il coraggio e la voglia di dire. Così d’accordo con Raffaele Abbate abbiamo deciso di uscire contro tutte le leggi di mercato, contro ogni buon senso, anticipando quei tempi e quelle modalità consolidate di un mondo che, seppur in crisi conclamata che ne dichiara il fallimento nelle modalità specifiche, si ostina a rimanere inchiodato su dinamiche che ormai col libero sentire dell’artista e dell’uomo non hanno più nulla a che fare. Arrivare a esprimere meglio tutto questo e tutto quello che non aveva ancora fatto parte di un disco, è stata la mia e la nostra urgenza. Cogliere l’attimo. Andare contro l’isolamento e la scissione attuata nei confronti del nostro vero e profondo sentire, allontanando sempre il problema, preferendo sempre il dare vita a un nuovo capro espiatorio piuttosto che guardarci in faccia e ammettere che non siamo più in grado di essere veri uomini e avere a che fare con noi stessi e l’altro con responsabilità. Erano mesi, a esempio, che non parlavo con mia madre e volevo far trasparire quello che, tra le righe e le note di “Paolo Saporiti”, non era ancora affiorato e che non trovavo giusto e corretto per me. Una possibilità di donna e di vita che sento molto attuale, mio malgrado ma che vivo come sbagliata. Tra i vari sentimenti e stati d’animo possibili dell’uomo che sono e che divento quotidianamente, anche grazie a questo lavoro, l’angoscia causata dal tradimento della mia fiducia personale e profonda, che mi porto dentro dal passato in quanto figlio di una madre fatta in un certo modo oltre che figlio di un padre fatto in un altro, e quindi frutto di questa società, oltre che individuo prodotto delle proprie dinamiche famigliari, come figlio di questa società, ho voluto raccontare ancora un pezzo di me che credo abbia così tanto a che fare col mondo di oggi che condividiamo e abitiamo e con tutte le sue belle cose ma con tanta difficoltà, dovute alle enormi pecche di sensibilità e umanità, che parlarne mi è parso un atto dovuto, necessario ed estremamente attuale, contemporaneo. E’ su questo piano che ho incontrato i brani di “Bisognava dirlo…” e ho pensato di vestirli nel migliore dei modi possibili, investendo su un gruppo di musicisti che mi hanno dato fiducia e accompagnato in questi ultimi anni e sulle mie collaborazioni più importanti e ho deciso di provare a esasperare i concetti musicali precedentemente raggiunti, portandoli al limite, anche a rischio di risultare pedante o più facile e pop del dovuto ma andando a cercare una verità attraverso una maggiore sperimentazione e ricerca da una parte e una maggiore apertura e forza comunicativa dall’altra.”


Paolo Saporiti

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Come avere Bisognava dirlo?

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PAOLO SAPORITI - BISOGNAVA DIRLO...

Produzione artistica: Xabier Iriondo  

Paolo Saporiti: voce, chitarra acustica e chitarra acustica baritona.

Xabier Iriondo: chitarra elettrica, basso elettrico, melobar, sahai baaja, waraku, piatti, batteria elettronica, field recordings.

Registrato e mixato da Xabier Iriondo al Metak Zulo.

Mastering: Maurizio Giannotti al NewMastering studio

Design: QQO/helloqqo.it



Per l’amore di una madre

Io non resisto

Figlio di madre incompleta

A modo mio

In costante naufragio

Hotel Supramonte


Produzione artistica: Raffaele Abbate
Paolo Saporiti: voce, chitarra acustica e chitarra acustica baritona.
Roberto Zanisi: bouzouki e dobro, Luca Pissavini: basso e contrabbasso, Cristiano Calcagnile: batteria, Fender Rhodes e DrumTableGuitar, Raffaele Kohler: tromba e filicorno, Armando Corsi: chitarra classica.
Registrato e mixato da R. Abbate negli studi della OrangeHomeRecords.
Mastering: Maurizio Giannotti al NewMastering studio
Design: QQO/helloqqo.it


A modo mio

In costante naufragio

Figlio di madre incompleta

Io non restisto

Per l’amore di una madre

Hotel Supramonte

2CD

Gli altri album di Paolo Saporiti

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